martedì 15 marzo 2011

Quota

Il Senato ha dato il via libera bipartisan al disegno di legge sulle quote rosa nei consigli di amministrazione e negli organi di controllo delle societa' quotate e delle controllate pubbliche non quotate.
Quando scadranno gli attuali cda (tra il 2012 e il 2015), i nuovi amministratori dovranno essere per almeno il 30% donne.
Se fossi un donna m’incazzerei un po’, come lo ha fatto la Emma Bonino nazionale.
Ne abbiamo già le palle piene di consigli di amministrazione formati da persone paraculate o parenti di qualcuno, non serve che ci si metta il senato a “legalizzare” tale pratica.
La carriera e l’insediamento a livelli professionali più alti deve essere esclusivamente meritocratico, “.. ai capaci e ai meritevoli..” come viene sancito dalla costituzione.
Piuttosto lo stato si preoccupi a dare alle donne le armi per poter competere con i colleghi uomini: non essere costrette a scegliere tra maternità o carriera (a tutti i livelli soprattutto nei lavori più umili), a ricevere lo stesso salario per lavori uguali, a favorire orari di lavoro più flessibili per chi deve andare a prendere i bimbi all’asilo o accudire una famiglia.
Cari “regnanti” più che le quote rosa in Italia abbiamo bisogno di “quote cervello”.

1 commento:

tafferugli ha detto...

immagina una società media che volesse fare il gran salto in SPA es. per raccogliere liquidità per maggiori investimenti: dovrebbe mettere in organico da un anno all'altro tutta una serie di persone (donne) tanto per riempire il CDA, con tutte le conseguenze e i commenti che ci stanno in quest'operazione.
io rimarrei nella mia piccola srl, snc o sas. così non assumo nessuno, non amplio il mio mercato, etc. etc. etc.
viva la meritocrazia!

e poi silvione insegna: donna, apri le gambe e avrai tutto, soldi fama e potere!